I paradisi artificiali

by Charles Baudelaire

Blurb

I paradisi artificiali è il titolo di un saggio sugli effetti delle droghe di Charles Baudelaire. In questo scritto l'autore descrive le sensazioni provate dopo l'assunzione di sostanze stupefacenti quali hashish, oppio e vino. L'opera fu pubblicata presso l'editore Pulet-Malassais nel 1860 e comprende al suo interno il saggio già pubblicato precedentemente "Del vino e dell'hashish raffrontati come modi di moltiplicazione dell'individualità" e due nuove sezioni, "Il poema dell'hashish" e "Un mangiatore d'oppio".
Nel saggio da un'iniziale elogio della droga quale strumento umano per soddisfare il "gusto dell'infinito" si passa ad una irrimediabile condanna: l'Artista, che segue i Principi Superiori dell'Arte, non può che rifiutare la droga come mezzo di creatività. Baudelaire afferma che "orrenda è la sorte dell'uomo la cui immaginazione, paralizzata, non sia più in grado di funzionare senza il soccorso dell'hashish o dell'oppio".
Con l'espressione "paradisi artificiali" si designano al giorno d'oggi le droghe di qualsiasi tipo utilizzate spesso al fine di stimolare la creatività poetica e l'invenzione di immagini originali.

First Published

1860

Member Reviews Write your own review

Be the first person to review

Log in to comment